Della pregiata Vernaccia prodotta nel paese parla anche la scrittrice Grazia Deledda in "CHIAROSCURO" - racconto VII "Il natale del consigliere".
La vernaccia, sia vite che vino, ha, in questo nostro paese e in quelli contermini di Siamaggiore, Simaxis e Zerfaliu tutto un processo di squisita latinità, tanto da potersi affermare che, chi volesse conoscere la viticoltura di Colamella può viverla nella vigna e cantina solarussese, in quanto in essa tutto parla della Roma agricola virgiliana, catonense, columelliana.
Anche le spalliere di canna che recingono le vigne sono identiche a quelle che consigliavano i georgici latini e con le canne a tripode si alleva la vite come nei colli laziali.
La campagna solarussese si suddivide in due zone molto diverse l'una dall'altra: il "Gregori", zona arida non pianeggiante che viene sfruttata per la maggior parte a pascolo brado; il "Bennaxi", che si estende lungo la valle del Tirso, completamente pianeggiante, irrigato, in cui è possibile la coltivazione di varie colture come i carciofi, le angurie, i meloni, le olive, la vite, ecc.
È in questo terreno che ha trovato particolare sviluppo la coltivazione della vite, finalizzata alla produzione della caratteristica vernaccia, che in passato ha avuto un ruolo dominante rispetto alle altre colture. Lo dimostrano le numerose cantine presenti ancora oggi nel paese e la sagra che si tiene ogni anno nel mese di settembre. Grazie alla vernaccia, Solarussa è rinomata in tutta la Sardegna ed anche al di fuori di essa; le caratteristiche della vernaccia coltivata nel bennaxi infatti la rendono unica rispetto a tutte le altre.
Negli ultimi decenni a seguito dell'irrigazione dei terreni che hanno privilegiato la diffusione di altri tipi di colture con reddito più elevato, si è avuto lo sradicamento quasi totale dei vigneti adibiti a vernaccia (attualmente l'area adibita a tale coltura e di circa 10 Ha.)